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L’ETILOMETRO CINESE

di Enrico Perlo 

Comunque, non è di questo che volevo parlare.Dei confini volevo parlare. Dopo una giornata di giri per uffici e sportelli bancari, sospensione della patente per tre mesi più 500 RMB (o yuan cinese; 1 yuan = 0,15 dollari circa) di multa, sono andato a ritirare la macchina.Chiaramente non potevo ritirarla io, non potendo guidare per tre mesi, per cui aspettavo, come dire, fuori. Abbiamo imboccato una strada tra il terzo ed il quarto anello nord. Passi palazzi da periferia milanese, un paio di compound residenziali con villette, poi l’orizzonte si allarga e cominciano ad esserci catapecchie moderne. Lontano, un paio di chilometri, all’orizzonte, nuovamente palazzi a trenta piani. Il mio autista si perde un paio di volte e si attacca al cellulare per capire dove dobbiamo andare ( il luogo è un parcheggio della polizia pechinese dato – a quanto sembra – in gestione a qualcuno, almeno spero). Infine imbocchiamo una stradina tutta fango circondata dai risultati della Cina d’oggi ed entriamo in un parcheggio fangoso (da un mese piove a dirotto), tra erbacce e muri scoloriti, decrepiti, evanescenti (insomma, niente ad invidiare alle scenografie dei peggiori film holliwoodiani). Lui va a recuperare la mia macchina (in teoria potremmo, ma forse è un po' pushing se vado io stesso a ritirare la mia macchina non potendo guidare per tre mesi, questione di serietà, o di un minimo gioco dei ruoli). Così aspetto fuori, sulla stradina, a cento metri.Davanti a me una fila di negozietti: uno di scarpe, intravedo scarpe in cuoio e, nel nylon, scarpe sportive (dubito che anche una sola sia una Nike originale); uno di varie ed eventuali: scope di vario genere, bacinelle di varie dimensioni; più in là uno di tabacchi e generiche che di alimentare hanno poco, ma almeno il packaging.Sul marciapiede, varia gente che lì ci vive, tra cui due bambini, avranno due anni, ed una bambina, di tre. I bambini hanno i pantaloncini tipici dei bambini cinesi prima dei tre anni, vale a dire col cavallo tagliato, ed i genitali. Giochicchiano correndo intorno ma sempre sul marciapiede. Ad un certo punto un bimbo è sempre più attirato da un bicchiere di carta che galleggia in una pozzanghera nella strada, a sì e no venti centimetri. Momenti di indecisione, andare o non andare. Sicuramente da queste parti l’educazione è molto stretta, giustamente, perché coloro che con le macchine, biciclette, tricicli, camioncini, pulmini, passano sulla strada, non sono così attenti ed hanno il freno lento, se non inesistente. Per cui il bambino penzola da quel marciapiede un paio di minuti, prima di metter il piede nel fango nella strada. Un uomo, forse il padre forse no, seduto su una sedia dietro di lui, segue ma non dice nulla. Una donna, forse la nonna forse no, da qualche metro di distanza emette un suono ed il bambino si ferma, ritirando il piedino.La macchina è stata sottratta al garage e ne sono ritornato in possesso. Naturalmente l’ho guidata fino a casa, oltre il confine.14 Luglio 2008